“Vogliamo riunire chi vuole fare qualcosa per la società e non trova il modo”, così Giuliano Pisapia in un’intervista a Aldo Cazzullo sul Corriere della sera (“Ecco il mio Campo progressista. Con il Pd possiamo fare il 40%”). Giovanni Orsina critica Renzi (e Berlusconi) perché cercano di competere con Grillo scendendo sul suo stesso terreno (“Dove porta l’imitazione di Grillo”, Il Mattino). Franco Monaco, sul Fatto, si augura che la minoranza dem, a questo punto, resti dentro e metta in minoranza Renzi (“L’Ulivo cos’era e cosa non può essere”). Piero Bevilacqua sul Manifesto parla del progetto di Sinistra italiana, non disposto ad alleanze con il Pd (“Per fare il centrosinistra bisogna unire la sinistra”). Emilia Patta, sul Sole, fa il punto sul Pd: “Renzi: voto a giugno o subito il congresso”. Vannino Chiti: “Confronto sui temi e poi la conta. Se Renzi vince sarà leader di tutti” (Unità). Per Mauro Calise, sul Mattino, la posta in gioco del congresso Pd sarà la testa di Renzi (“La sfida a Renzi posta in gioco del congresso”). Pessimista Claudio Cerasa sulle sorti di Renzi (“No voto, no party, no Renzi”, Il Foglio). Critica Renzi ma allarga lo sguardo Guido Crainz: “L’impotenza del riformismo”. Guido Tabellini sul Sole 24 ore spiega perché sarebbe meglio votare subito (“Il voto ravvicinato e la lezione dello spread”). Quanto alla sentenza della Consulta: Stefano Ceccanti, “La riforma possibile” (Il Giorno); Roberto D’Alimonte, “La Corte lascia ai partiti la responsabilità di una nuova legge” (Sole 24 ore); al contrario per Liana Milella “Omogeneità tra Camera e Senato. La Consulta detta la legge elettorale” (Repubblica).
10 Febbraio 2017
by Vittorio Sammarco
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