26 Giugno 2013
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Il capo dello Stato: un ruolo da ripensare?

26 Giugno 2013

Con questo titolo “il Mulino” pubblica, nel n, 3 del 2013, un articolo di grande chiarezza di Enzo Cheli, presidente emerito della Corte costituzionale e professore ordinario di diritto costituzionale presso l’Università di Firenze. “Alla luce dell’esperienza politica e istituzionale che il nostro Paese sta oggi attraversando – si chiede Cheli -, ci sono ragioni per ripensare e ridefinire il ruolo, le funzioni, i poteri del presidente della Repubblica?”. Per dare una risposta, che sarà negativa, egli offre una lucida valutazione critica del ruolo dei presidenti della Repubblica dalla Costituzione a oggi, con particolare riferimento all’ultimo settennato.

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24 Giugno 2013
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SUL PD E SULLE RIFORME

24 Giugno 2013

Sul Pd: Franco Monaco,Non si combatte Renzi cambiando le regole” (Europa 22/6); stessa posizione per Rosy Bindi sul Corriere della Sera: “E a sorpresa la Bindi dà ragione a Renzi. ‘Niente cambi di regole per bloccarlo’”; d’accordo anche Pierluigi Castagnetti sull’Unità che auspica che il Pd si riimmerga nella società per costruire nuovi canali di partecipazione “inventando insieme ad essa anche modalità originali di rappresentanza” (“Il congresso un’occasione. Non parliamo solo di nomi”); Scalfari vede inevitabile la vittoria di Renzi nel Pd, ma ne teme le conseguenze per il partito e il governo (“Quando Renzi vincerà, il gran ballo comincerà”, Repubblica 23/6); Fabrizio Barca rilascia una bella intervista a Left in cui tra l’altro rivela le sue cinque parole-chiave: “concorrenza, merito, lavoro, giustizia e persone, che sono per me – dice – riassuntive delle tre matrici confluite nel Pd” (“Alla ricerca del partito perduto”). Riforme: “Nasce il fronte antipresidenzialista” (Il Manifesto 22/6); Carlo Galli scrive sull’Unità che “L’Italia non è la Francia”; Sergio Fabbrini sul Sole 24Ore parla di un nesso tra riforme economiche e riforma costituzionale (“Larghe intese e opportunità nel puzzle delle riforme”).

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20 Giugno 2013
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“CAMBIARE CON LA COSTITUZIONE”. SEMINARIO SULLA QUESTIONE COSTITUZIONALE

20 Giugno 2013

Martedì 25 giugno (ore 19.00, alla Sala Capranichetta, piazza Montecitorio 125) si tiene un seminario promosso da un gruppo di parlamentari sulla questione costituzionale. “Ci muove – scrivono – la preoccupazione che il procedimento di revisione possa portare a soluzioni sbagliate o dannose. A cambiare devono essere i partiti. La Carta, invece, va prima di tutto rispettata e attuata”. Relazioni di  Luigi Ferrajoli, Giovanni Bachelet, Renato Balduzzi, Ida Dominijanni, Carlo Galli (Adista su Segni Nuovi n. 23 pubblica una rticolo di Balduzzi: “Riforme, merito e metodo“). Qui di seguito un breve testo di presentazione e l’elenco dei parlamentari coinvolti. “Alcuni di noi hanno

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18 Giugno 2013
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DISCUSSIONE, MOLTO CRITICA, SUL PD

18 Giugno 2013

Prima di riformare il sistema parlamentare (il sistema della rappresentanza), si debbono far rivivere i partiti, si deve cercare “di porre su basi di legittimazione più larghe e continue le istituzioni rappresentative”, “di far fruttare il capitale sociale di cui l’Italia è già così ricca e di collegarlo al rarissimo capitale esistente”. Così Andrea Manzella su Repubblica (“Le voragini della democrazia italiana”), con un occhio particolare al Pd. Michele Salvati, in un editoriale sul Corriere (“Il vero partito mai nato”), sostiene che “il Pd è un grande partito, ma non è un vero partito”, perché non ha saputo tenere insieme le sue due tendenze, liberale e socialdemocratica, emarginando la prima (“il caso Renzi” dice “è esemplare). Sul Manifesto Alberto Asor Rosa, che definisce di centro-destra l’attuale governo, parla di “totale assenza di corrispondenza fra interessi e rappresentanza”, critica l’assenza di progetto nel Pd, il suo non rappresentare né i lavoratori né i tanti movimenti sociali presenti nel paese (“L’anello mancante. Se (e come) il Pd può evitare il suicidio”). Su Europa Salvatore Vassallo commenta positivamente che “Le primarie aperte non sono più in discussione”. E Repubblica, adesso, racconta con qualche ammirazione “La prima volta di Letta e il feeling con Obama”.

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13 Giugno 2013
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Ugo De Siervo, Giuseppe De Rita, Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Vincenzo Visco. E note sul non voto e il Pd

13 Giugno 2013

Ugo De Siervo esamina il disegno di legge di revisione costituzionale proposto dal governo e in esame al Senato, indicandone i rischi e osservando che la legge elettorale andrebbe cambiata prima e non dopo di questo iter previsto (“Il percorso a ostacoli delle riforme”, La Stampa). Giuseppe De Rita valuta criticamente la società civile di questi anni e suggerisce che politica e società civile vadano ciascuno per la sua strada… (“Un divorzio consensuale”, Corriere della Sera). Stefano Rodotà affronta la questione della rete elettronica di sorveglianza degli Usa (“Le porte aperte al grande fratello”, Repubblica). Ugo Mattei sul Manifesto scrive: “La proprietà resta un furto. Appunti per una Costituente”. “Non ci si può nascondere dietro

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8 Giugno 2013
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Più che correggere la Costituzione servirebbe ritornare alle sue sorgenti

8 Giugno 2013
di Angelo Bertani

 

Si sta sviluppando un’ampia discussione su riforme istituzionali, costituzionali, elettorali… alla quale partecipano anche molti nomi amici e autorevoli della cosiddetta tradizione cattolico-democratica: da Prodi a Bindi, da Monaco a Ceccanti, da Pizzolato a Balboni, Allegretti, Castagnetti, Armillei…  Il dibattito, che coinvolge anche persone e idee di diversa matrice culturale e politica, è interessante; e la circostanza, pur nelle difficoltà del momento, è anche simpatica perché sembra un po’ d’essere tornati allo spirito della Costituente. C’è tuttavia il rischio che serpeggi uno spirito di contrapposizione e di precipitazione. Alcune posizioni, a mio avviso, vorrebbero imporsi con un eccesso di forza e di sicurezza. Alcune affermazioni, date per ovvie e condivise da tutti, non lo sono affatto; e talvolta sembra che alcune proposte siano poco motivate, se non da una pistola sul tavolo.

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8 Giugno 2013
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Casavola, Rodotà, Carlassare, Rossanda, Tocci, Bachelet: contrari. Francesco Clementi: favorevole

8 Giugno 2013

Al dibattito sul presidenzialismo si aggiungono le voci di Francesco Paolo Casavola, più critico di quanto non dica il titolo (“Presidenzialismo con troppi rischi”, Il Mattino), di Stefano Rodotà (“Uno strappo alla Carta”, Repubblica), in cui si sostiene che si tratterebbe della negazione della democrazia rappresentativa, di Danilo Barbi, segretario confederale Cgil (“Non c’è bisogno del presidenzialismo”, l’Unità), di Lorenza Carlassare, una dei 35, che sostiene che la riforma della forma di governo è totalmente inutile (“Carlassare pronta a lasciare ‘Se delegittimano la Carta’”, Il Fatto quotidiano”), di Rossana Rossanda, secondo la quale “dietro le “larghe intese”, il ridisegno costituzionale calpesta la democrazia” (“Perché cambiare la Costituzione?”, su sbilanciamoci.org), e di Francesco Clementi, anche lui uno dei 35, e favorevole invece a un rafforzamento dell’esecutivo, con l’elezione diretta del capo del governo o del presidente (“La sfida delle riforme”, Messaggero). Riportiamo anche due interventi  fatti nel corso della Direzione nazionale del Pd del 4 giugno, entrambi critici su cambiare la forma di governo: quello di Giovanni Bachelet (“Not in my name”) e quello di Walter Tocci (“Cambiare il PD, non la Costituzione”), entrambi tratti dal loro blog.

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6 Giugno 2013
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Sempre nette le divisioni sulle riforme costituzionali

6 Giugno 2013

Dichiarazione (incauta?) di Letta in tv: “Letta, il mio esecutivo finirà la legislatura” (M. Guerzoni, Corriere della Sera). Renzi, intervistato dal Corriere, fa un passo avanti verso la sua candidatura a segretario del Pd e chiede una nuova legge elettorale subito (“Governo e Pd, affondo di Renzi”).  Lo storico Massimo Salvadori analizza la debolezza del Pd nel costruire un progetto: “Pd e la sfida della ricostruzione”. Sulle riforme costituzionali articolo di Ceccanti su Europa (“Riforme, se noi saggi non ce la facciamo, rischia la politica”); Arturo Parisi è intervistato dal Messaggero (“Parisi. Avanti sul presidenzialismo. Il fattore ‘B’? Scusa per non cambiare”); intervento di Piero Ignazi su Repubblica che ritiene, invece, che il presidenzialismo servirebbe solo a Berlusconi (“Il grande inganno della pacificazione”); e Michele Ciliberto, sull’Unità, vede nel presidenzialismo “L’ombra lunga del dispotismo”. Lorenzo Dellai è cauto: su Repubblica afferma: “Attenzione alle accelerazioni. Troppo presto per l’elezione diretta”. Antonio Carioti recensisce sul Corriere un libro di Luciano Canfora intitolato “La trappola” (editore Sellerio): “Canfora, pamplhet contro il maggioritario”.

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6 Giugno 2013
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In Italia il presidenzialismo ci riporterebbe a un sistema oligarchico

6 Giugno 2013
di Umberto Allegretti e Enzo Balboni

 

 

Umberto Allegretti è professore ordinario di Diritto pubblico generale all’Università di Firenze e direttore della rivista “Democrazia e diritto” dell’Associazione “Centro studi e iniziative per la riforma dello Stato”. Enzo Balboni è professore ordinario di Istituzioni di diritto pubblico nell’Università Cattolica del Sacro Cuore

 

Con la nomina del Comitato di esperti e la prossima adozione da parte del Governo della legge di deroga all’art. 138 della Costituzione, sembra avviarsi l’itinerario della voluta riforma costituzionale. Sembra, diciamo, perché su tutto aleggia un atteggiamento di “opportunismo costituzionale” che potrebbe a un certo punto fermarla, come già in passato.

Ma di che riforma si può trattare se si vuol stare fedeli, come è necessario, ai principi democratici e costituzionali? Bisogna ovviamente ripetere che la prima obiezione riguarda i modi con cui ci si appresta a procedere, richiamando ancora una volta il fatto che il procedimento di revisione della Costituzione è stabilito proprio dall’art. 138, e che le  leggi di revisione devono essere puntuali  – anche perché possano essere oggetto ognuna di una pronuncia referendaria coerente e pienamente libera – di modo che una “grande riforma”, già del resto anch’essa più volte fallita, è da ritenere vietata.

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6 Giugno 2013
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Il tempo del Caimano

6 Giugno 2013
di Salvatore Rizza

 

L’autore è docente di Politica Sociale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Univerità di Roma Tre

Di semi-presidenzialismo se ne parla da tempo, e periodicamente ‘qualcuno’ agita il tema per ‘distrarre’ o per impedire che si faccia qualcosa di serio in Italia. Si tratterebbe di mettere mano alla Costituzione, che è una cosa troppo seria per essere affidata a dilettanti. Qualcuno ricorderà che ai tempi della P2 se ne parlava e si presentò il rischio che fosse tra i progetti da realizzare. Allora si pensò che si trattasse di velleità di un gruppo, che tutti, o la maggior parte, finirono per deridere. Ma non c’era da scherzare. L’idea sembrò morire, ma visse nel pensiero e nei propositi di ‘uno’ soprattutto: era un’idea che faceva il suo corso scavando, come un fiume carsico che, silenzioso, scava la pietra e va avanti. Ora ci risiamo e

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