13 Maggio 2014
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SENATO, ELEZIONI EUROPEE, BIOETICA, PROFUGHI SIRIANI E RAGAZZE NIGERIANE

13 Maggio 2014

Sulla riforma costituzionale si può leggere l’audizione integrale di Stefano Ceccanti al Senato tenutasi il 13 maggio, come anche la sintesi fornita dall’Ansa. Tra le modifiche suggerite da Ceccanti, oltre a un minor numero di sindaci, anche l’eliminazione dei 21 senatori di nomina quirinalizia, e l’allargamento del numero degli e elettori del Presidente della Repubblica per evitare che la scelta del Capo dello Stato sia in mano alla sola maggioranza politica della Camera. In vista delle elezioni europee un’analisi di Alberto Quadrio Curzio sul Sole 24 Ore (“Il coraggio di idee forti per il rilancio dell’Unione”). Si acuiscono i drammi sullo scenario mondiale: Giorgio Tonini, “Sos profughi siriani, il Libano non è solo Dell’Utri”; Adriano Sofri, “Quella paura negli occhi delle ragazze rapite” (Repubblica). Una riflessione di Luigi Manconi su etica e religione (“Come ribellarsi alla religione che ambisce a essere custode della morale”, il Foglio).

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7 Maggio 2014
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IL DOCUMENTO DI C3DEM SULLE ELEZIONI EUROPEE RIPRESO DALL’OSSERVATORE ROMANO. E ALTRO

7 Maggio 2014

L’Osservatore Romano riprende con una certa ampiezza il documento di c3dem sulle elezioni europee (“Scossa per l’Europa”). Mimmo Lucà, già senatore del Pd e coordinatore dei Cristiano Sociali, scrive sull’Unità: “Cambiare la Costituzione ma con saggezza”. Pierluigi Castagnetti, sull’Unità, ricorda Andreotti ad un anno dalla morte, riferendo la sua posizione sull’unificazione della Germania (“Un Andreotti e due Germanie”). Giuseppe De Rita parla degli stipendi dei manager, sul Corriere della Sera, sottolineando che è bene non fare troppa demagogia (“Se la livella frena lo sviluppo”). Leonardo Becchetti sull’Avvenire plaude alla decisione UE di tassare le transazioni finanziarie (“E adesso coraggio!”). Stefano Ceccanti commenta, con ironia, l’Ordine del giorno Calderoli approvato in Parlamento (“L’odg Calderoli, ovvero diventare leghisti per fare dispetto al Governo”). Sergio Fabbrini torna sull’Europa: “I tre pilastri per rifare l’Unione” (Sole 24 Ore). Stefano Rodotà critica che non si combatta abbastanza la corruzione nella vita politica (“Il dovere dell’onore”, Repubblica).

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4 Maggio 2014
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RENZI, BERLUSCONI, GRILLO

4 Maggio 2014

Del politologo americano Michael Walzer è apparso su Repubblica uno scritto in cui si interroga sulla contraddizione che si apre tra il crescere dell’impegno per i diritti umani nel mondo e il calo di impegno politico contro le diseguaglianze all’interno dei nostri Stati diritti e i rischi di lasciar campo al populismo (“L’Occidente salvato dalla lotta di classe”). Eugenio Scalfari lo riprende nell’editoriale domenicale di Repubblica, nel quale mette in luce anche alcune svolte positive di Renzi (“Forse Renzi sta creando l’alternativa a se stesso”). Matteo Renzi è intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera: “I sindacati non mi fermeranno”. Sui sindacati scrive Dario Di Vico: “Il sindacato italiano, orfano della politica e lontano dal lavoro” (Corriere). Nando Pagnoncelli dà i numeri: “Europee. La crescita di grillo. FI ancora sotto il 20%” (Corriere). Rudy Calvo su Europa lancia l’allarme: “Renzi non riesce a sfondare al Sud. Nelle isole potrebbe vincere il M5S”. Michele Ciliberto sull’Unità vede profilarsi un bipolarismo Pd-M5S: “La battaglia del bipolarismo”. Silvio Berlusconi scrive al Corriere: “Presidenzialismo, la vera riforma”.

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25 Aprile 2014
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ALCUNE NOTE POLITICHE ED ECONOMICHE

25 Aprile 2014

Il ministro Pier Carlo Padoan spiega a Scalfari la politica economica del governo (“Così deve cambiare la UE”), e Scalfari replica (“Caro Padoan facciamo gli scongiuri”). Sul decreto lavoro il commento di Maurizio Ferrera sul Corriere (“Quando tutelare è ingannare”). Sull’euro e le riforme quello di Giorgio Barba Navaretti sul Sole (“Il peso dell’euro rende ancora più urgenti le riforme”). Gianfranco Pasquino scrive a Napolitano per chiedergli di dire la sua sulle riforme elettorale e del Senato che, a suo avviso, rischiano di far saltare quei pesi e contrappesi sul cui equilibrio si regge una sana democrazia (“Da un professore a un presidente”, Unità). Gian Enrico Rusconi spiega su La Stampa perché non è ragionevole paragonare Renzi a Berlusconi (“Quel paragone errato”).

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20 Aprile 2014
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DIALOGO INDIRETTO TRA GIORGIO NAPOLITANO E STEFANO RODOTA’. INTANTO I SONDAGGI PREMIANO IL PD DI RENZI

20 Aprile 2014

Giorgio Napolitano scrive una lettera al Corriere della Sera in risposta ad una lettera del direttore De Bortoli in cui si rievocava il difficile passaggio istituzionale di un anno fa, da cui derivò la rielezione di Napolitano (rielezione chiesta pubblicamente per la prima volta proprio da De Bortoli), e fa un bilancio del primo anno del suo secondo mandato. Il giorno dopo il Corriere pubblica un’intervista a Stefano Rodotà: “L’applauso di Rodotà: l’ho sempre stimato, indica una strada giusta”. Intervistato dalla Stampa Matteo Renzi dice: “La presenza di Napolitano ci impone di fare le riforme”. Sul tema delle riforme costituzionali l’ultima newsletter di Libertà e Giustizia si apre con un frammento dello scritto di Dossetti “Sentinella, quanto resta della notte?” e pubblica un appello dell’ANPI. Nando Pagnoncelli intanto dà conto sul Corriere degli ultimi sondaggi: “Il Pd allunga al 35 per cento. Cresce il vantaggio di Grillo su FI“.

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14 Aprile 2014
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UN’ALTRA PUNTATA DEL DIBATTITO SUL NUOVO SENATO

14 Aprile 2014

Roberto d’Alimonte, sul Sole 24Ore, indica qual è “Il limite del senato ‘renziano’”. Francesco Clementi, sempre sul Sole 24 Ore ha proposto: “Il nuovo Senato sia l’hub’ del controllo”. Repubblica pubblica una pagina del nuovo libro di Gustavo Zagrebelsky, “Contro la dittatura del presente” (“La tirannia occulta dei giri di potere”); e sempre di Zagrebelsky è una replica a Renzi: “L’appello forse è stato tranchant, ma Renzi con noi è stato presuntuoso”. Stefano Rodotà su Repubblica attacca “Il pasticcio delle riforme”. Duro giudizio anche da parte di Adriano Prosperi: “La rivoluzione passiva”. Un articolo di Mauro Volpi sul Manifesto è critico verso Stefano Ceccanti (“Quei consiglieri del principe”). Ceccanti risponde (“Replica al professore Mauro Volpi”, il Manifesto). Massimo Salvadori rimprovera i professori e il loro allarme per la svolta autoritaria: “I rischi della democrazia plebiscitaria” (Repubblica). Giorgio Tonini spiega che “La modifica del Senato era già nei piani dell’Ulivo” (Unità). L’Associazione LibertàEguale promuove un contributo emendativo al disegno di legge del Governo; ne parla A. Rampino su La Stampa: “I professorini contro i professoroni”.

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9 Aprile 2014
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Non basta un sovrappiù di governabilità

9 Aprile 2014
di Nino Labate

 

Reduce, senza rimpianti e ripensamenti, dei banchetti fatti per strada e delle firme raccolte in occasione del precedente referendum costituzionale sulla c.d. “devolution” , confesso che l’attuale dibattito su Senato sì, Senato no,  svolta autoritaria sì, svolta autoritaria no, Renzi sì, Renzi no,  ecc. mi ha creato uno stato di disagio misto ad insofferenza. Mi sono messo nei panni di un comune cittadino, a cui però gli arzigogoli procedurali e i distinguo in punto di diritto costituzionale, di sbarramenti, di collegi ridotti, di parlamentarismo razionalizzato, ecc., hanno suggerito ben poco:

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6 Aprile 2014
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CRITICI E SOSTENITORI DELLA RIFORMA RENZIANA DEL SENATO

6 Aprile 2014

Sull’Huffington Post un articolo di Stefano Ceccanti: “Le tre alternative alla riforma renziana del Senato? Un testo peggiorativo (Chiti), uno con qualche spunto (Monti) e uno migliorativo (Tonini)”. Per Andrea Manzella, però, la riforma renziana limita troppo il potere di garanzia del Senato (“La riforma e le garanzie”, Repubblica). Positivo invece il giudizio di Roberto D’Alimonte sul Sole 24Ore: “Con la revisione del Senato l’Italia si allinea ai paesi europei”. Con i “professoroni” se la prende Arturo Parisi su La Stampa: “Lo stallo di questi 20 anni è anche colpa dei professoroni”. Come pure Carlo Fusaro, docente di diritto pubblico a Firenze: “Fusaro versus Zagrebelsky. Una lettera al Corriere della Sera” (su landino.it). Replica Stefano Rodotà sul Manifesto: “Non sanno di cosa parlano”. Con Rodotà è critico Augusto Barbera: “Bene il progetto di Renzi. Rodotà la pensava così” (intervista alla Stampa). Anche Gian Enrico Rusconi scrive: “Cari colleghi professori vi sbagliate” (La Stampa). Ancora tre commenti critici sulla riforma renziana: di Alessandro Pace (“Un rischio per la democrazia”, Manifesto), di Piero Bevilacqua (“La china autoritaria“, Manifesto) e di Eugenio Scalfari (“In povertà sua lieta, sciala da gran signore”, Repubblica).

 

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2 Aprile 2014
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SENATO. PRO E CONTRO I “PROFESSORONI”

2 Aprile 2014

PROGustavo Zagrebelsky, “Riforme per il potere non per la democrazia” (Il Fatto); Gianni Ferrara, “La democrazia dimezzata” (Manifesto); Barbara Spinelli, “Osare più democrazia” (Repubblica). CONTROMassimo Adinolfi, “Gli idealisti con il broncio” (Unità); Giorgio Armillei, “Rodotà e la riforma del Senato. Quando si cambia idea” (Landino); Ezio Mauro, “Cambiare per fermare i populismi” (Repubblica); Giorgio Soave, “Le buone ragioni della guerra di Ezio Mauro” (Il Foglio); Fabrizio Clementi, “Senato. I tre miglioramenti necessari” (Sole 24 Ore); Augusto Barbera intervistato sul Mattino: “Via la seconda Camera; chi la difende non vuole cambiare”; Alessandro Campi, “Una riforma che parla al Paese reale” (Mattino); Maurizio Breda, “Da Napolitano un segnale sul percorso delle riforme” (Corsera); intervista a Carlo Azeglio Ciampi, “Più spazio alle autonomie, è la via da seguire” (Messaggero).

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1 Aprile 2014
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Sconsiglierei gli aut aut sulla Costituzione

1 Aprile 2014
di Franco Monaco

 

Non ho votato Renzi alle primarie, ma neppure i suoi antagonisti. Ho nei suoi confronti un atteggiamento, come usa dire, laico. Di più: dopo la sua netta vittoria alle primarie e nonostante l’oggettiva forzatura con la quale egli è asceso a palazzo Chigi, ho espresso in più circostanze l’opinione che lo si dovesse sostenere con lealtà e convinzione. Che, per esempio, non si dovesse riaprire surrettiziamente il congresso PD, come da qualche parte si è provato a fare. Non tutte le molte, troppe proposte avanzate da Renzi mi hanno convinto. Soprattutto mi preoccupa lo smisurato carico di aspettative che egli va alimentando e il metodo sbrigativo – prendere o lasciare – da lui adottato su questioni straordinariamente complesse e controverse.

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