29 Novembre 2016
by Giampiero Forcesi
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IL SÌ CON RABBIA DI ARTURO PARISI. L’APPELLO DI ZAGREBELSKY A FERMARE GLI APPRENDISTI STREGONI

29 Novembre 2016

Parola a Prodi”, esclama il direttore de La Nazione Andrea Cangini, augurandosi che l’ex premier dica come voterà il 4 dicembre. Come vota lo ripete il prodiano Arturo Parisi in un’intervista a Repubblica: “Dico Sì con rabbia. Renzi deve smetterla di sentirsi l’unico che cambia le cose”. Sul Sole, Valerio Onida dice che con la riforma “Si rischia un capo dello Stato eletto da una minoranza”, mentre Roberto D’Alimonte dice l’opposto: “Scelta di garanzia che bilancia il maggioritario”. Intervistato da La Stampa, Gustavo Zagrebelsky dice: “Costituzione indifesa come a Weimar. Fermiamo gli apprendisti stregoni”. E l’antropologa Amelia Signorelli, intervistata da Il Fatto, esclama: “Fermiamoli, voglio distruggere la democrazia”. Invece, per Tony Blair, intervistato dal Corriere della Sera, “Il voto italiano è contro la burocrazia, non contro la democrazia”. Il punto odierno lo delinea Maria Teresa Meli sul Corriere: “Renzi e l’ipotesi delle dimissioni anche se vince”. E Paolo Pombeni guarda al dopo: “Il tempo lungo per ricomporre le divisioni” (Sole 24 ore).

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23 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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Roberto D’Alimonte e i suoi calcoli matematici sulla legge elettorale

23 Settembre 2016
di Nino Labate

 

Se ne parla dopo il referendum costituzionale. Il prudente rinvio della Consulta, la machiavellica proposta del M5s per il ritorno alla proporzionale, le caute aperture di Renzi sul premio alla coalizione, le varie proposte sul tappeto, le mozioni bocciate del dibattito parlamentare, mi hanno suggerito di ripercorrere la strada che ha battuto nell’ultimo anno Roberto D’Alimonte, politologo ed editorialista de Il sole 24 Ore. L’ideatore dell’Italicum.

Lasciando perdere la sciocchezza dell’“uomo solo al comando”, rimane certo che la governabilità e la stabilità così tanto da lui difese, non vanno prese sottogamba. Sono cose molto serie che solo Grillo non vuole tra i piedi per proseguire nel suo perenne spettacolo, oggi trasferito sulla scena della politica. Benché importanti e centrali, governabilità e stabilità, ballottaggio e rappresentatività, bipolarismo e partito premiato vanno però collocati sullo sfondo della sociologia spicciola e dell’antropologia. Più che della ingegneria politica e dall’empirismo sui dati statistici. Abbiamo invece potuto osservare che il dibattito è rimasto sempre imbrigliato sul metodo e sulle tecniche, sulla matematica degli equilibri partitici, addirittura sulle convenienze, più che sul merito e sui contenuti. Se l’Italicum è destinato ad andare avanti così come l’ha pensato D’Alimonte, non è allora male essere consapevoli dei suoi effetti sulla qualità della nostra democrazia politica.

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15 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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PARERI OPPOSTI SULL’ITALICUM: ROBERTO D’ALIMONTE E VALERIO ONIDA

15 Settembre 2016

Il Sole 24 Ore pubblica due pareri contrapposti sulla legge elettorale, in particolare il doppio turno previsto dall’Italicum: Roberto D’Alimonte, “Con l’Italicum governabilità assicurata senza penalizzare troppo la rappresentanza”; Valerio Onida, “Il ballottaggio tra due sole liste sacrifica le vere scelte dell’elettore”.

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14 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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LEGGE ELETTORALE: C’È ANCHE IL PROVINCELLUM

14 Settembre 2016

Emilia Patta, “Consulta, avanza l’ipotesi rinvio” (Sole 24 Ore). Sabino Cassese, “Rinvio? Ci sarebbero molti buoni motivi” (intervista al Messaggero). Massimo Villone, “Non basta un ritocco, serve un no” (Manifesto). Roberto D’Alimonte, “Con i collegi provinciali un rapporto più diretto tra gli elettori e l’eletto” (Sole 24 Ore). Renato Benedetto,Dario Parrini: Ecco come ho creato il provincellum” (Corriere della Sera). Matteo Renzi, “Legge elettorale, confrontiamoci” (Unità). Marcello Sorgi, “Due ragioni per cui la minoranza resiste” (La Stampa).

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5 Settembre 2016
by Giampiero Forcesi
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LE RIFORME NECESSARIE NELL’ERA DEL LIBERISMO

5 Settembre 2016

Scrive Michele Salvati sul Corriere della Sera che è giusto biasimare Renzi perché ha ecceduto in messaggi ottimistici (mentre la crisi è profonda e dura e lunga la strada per uscirne), ma chi lo critica è disposto a dire la verità agli italiani? (“Le riforme da non mancare nell’era del liberismo”). Ancora sul Corriere Angelo Panebianco indica, a suo dire, “Le virtù del libero scambio e i vizi del neoprotezionismo”. Andrea Bonanni su Repubblica guarda alla Germania: “Rotto il baluardo tedesco, ora la valanga populista minaccia la vecchia Europa”. Marco Damilano racconta la metamorfosi di Renzi: “Il ricostruttore”(Espresso). Yuri Gutgeld replica all’intervista di ieri a Roberto Perotti al Corriere della Sera (“La spesa pubblica non è diminuita”) e dice: “I tagli alla spesa? Una realtà” (Corriere della Sera). Quanto alla riforma costituzionale, Paolo Pombeni, sul mulinonline, commenta “Lo strano trasporto per il monocameralismo”; Gustavo Zagrebelsky dice a Il Fatto: “Se passa la riforma non insegnerò più la Costituzione”; Gianni Ferrara spiega “Il merito della proposta D’Alema” (Manifesto). Sulla riforma elettorale Gianfranco Pasquino afferma “L’Italicum non va bene, ma il ballottaggio sì” (Corriere della Sera); il ballottaggio va bene anche a Roberto D’Alimonte: “La democrazia e il peso delle seconde preferenze nel voto” (Sole 24 Ore).

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21 Luglio 2016
by Vittorio Sammarco
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BALLOTTAGGI SÌ O NO? POI GIANNI CUPERLO, URBANO CAIRO, IL REDDITO DI CITTADINANZA

21 Luglio 2016

Il colloquio di Giorgio Napolitano con Il Foglio (inserito in Rassegna ieri su questo sito per la parte internazionale) fa discutere per la sua parte dedicata all’Italia: “Così si può costruire un nuovo patto per l’Italia”. Per Luciano Violante: “Giusto l’appello di Napolitano, con il tripolarismo è cambiato tutto. Il ballottaggio produce danni” (intervista al Corriere della Sera). Fuoco concentrico invece su Il Fatto: Marco Travaglio, “Napolithum”; Wanda Marra, “Napolitano rottama l’Italicum per fermare i 5 Stelle”; Virginia Della Sala, “E’ tornato l’inciucione”. Ieri avevano scritto sulla legge elettorale: Roberto D’Alimonte, “Cosa insegna l’esperienza dei collegi uninominali” (Sole 24 Ore), e Stefano Ceccanti, “Quale legge elettorale?” (Unità). Ampio e interessante intervento, ieri sull’Unità, di Gianni Cuperlo: “Perché tra noi questo è il tempo dei ponti, non dei muri”. Dopo l’affermazione per Rcs, Urbano Cairo discute a ruota libera con Claudio Cerasa sul Foglio: “Borghesia, Renzi, Grillo, Berlusconi …”. Mentre Fausto Bertinotti torna a dire la sua: “Tifo instabilità. Bene i 5 Stelle” (intervista al Manifesto). E infine: Laura Castelli (M5S), “Sul reddito di cittadinanza nuova lotta di classe” (intervista a La Stampa); Valeria Fedeli (Pd), “Reddito garantito, ma di inserimento” (Unità).

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15 Luglio 2016
by Vittorio Sammarco
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PER UNA RIFORMA CULTURALE E MORALE DEL PAESE

15 Luglio 2016

Della “cultura come strumento per ricostituire i rapporti di fiducia all’interno della comunità nazionale” e della necessità di “una riforma intellettuale e morale” e di “agire sulle coscienze” scrive Massimo Bray sul Corriere della Sera (“Ripartiamo dalla cultura per rifondare l’integrazione”). Il pd Roberto Speranza rivolge, su Il Foglio, “10 consigli a Renzi per riconquistare la minoranza del Pd”. Roberto D’Alimonte spiega sul Sole 24 Ore i rischi di non governabilità che si corrono nel voler cambiare l’Italicum per paura che vinca il M5S o per paura della concentrazione del potere sul partito di Renzi (“Dal collegio uninominale al ‘Consultellum’ a rischio è la governabilità”). Invece Gianfranco Pasquino la pensa diversamente: “Il premier impari la lezione di Theresa May” (Il Fatto). Dopo il disastro ferroviario in Puglia Graziano Delrio racconta: “Decine di anni di inerzia da recuperare” (intervista al Corriere della Sera). Ancora sul Corriere Roger Abravanel dice a Renzi che non sa motivare e spiegare bene la sua politica (“Il bonus da 80 euro e il referendum: scelte da spiegare”).

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3 Luglio 2016
by Vittorio Sammarco
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LE ELITE, IL POPOLO E I SINDACI NEOBORGHESI

3 Luglio 2016

Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore torna dire: “Premio alla coalizione: leva politica per far saltare la coerenza dell’Italicum”; e Gianfranco Pasquino sul Fatto polemizza con lui: “L’Italicum e i cavoli a merenda”. Dario Di Vico sul Corriere della Sera riflette sull’opzione di Confindustria per il sì al referendum: “Quando a dare l’allarme sono proprio le elite”. Contro le elite scrive invece Nadia Urbinati su Repubblica (a proposito dei commenti al Brexit): “Gli intellettuali contro la democrazia”. Giuseppe De Rita interpreta con ottimismo la vittoria di molti grillini alle elezioni amministrative: “La sfida alle corporazioni dei sindaci neoborghesi” (Corriere della Sera); più cauto Paolo Macry, sempre sul Corriere: “Gli elettori senza patria, volto nuovo della politica“. Sull’Unità un’intervista a Andrea Riccardi: “Fase difficile per Roma. L’incontro con il papa? Non è un’incoronazione”.

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29 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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CAMBIARE L’ITALICUM? SI DISCUTE

29 Giugno 2016

Riflessione più generale di Mauro Magatti sul Corriere della Sera: “La corsa al cambiamento senza una direzione”. Quanto alla legge elettorale: “Italicum, il premier fa dietro-front, e cerca alleati per il referendum”, scrive Fabio Martini su La Stampa. Emilia Patta sul Sole 24 Ore è più cauta: “Italicum, la via stretta di Renzi. Di Maio: boomerang cambiarlo”. Michele Emiliano, intervistato da Repubblica, dice: “L’Italicum va cambiato: favorisce destra e m5s”. Stefano Ceccanti ribadisce: “Dalla Spagna un ok all’Italicum” (intervista a italia Oggi). Per Emanuele Fiano del Pd “Renzi saprà cambiare l’Italicum” (Unità). Claudio Cerasa polemizza: “Il partito del cambia-Italicum” (Foglio). Miguel Gotor ieri aveva scritto: “Più garanzie dal doppio turno di collegio” (Sole 24 ore). Replica Roberto D’Alimonte: “Perché il collegio non garantisce la rappresentatività” (Sole 24 ore). Dello stesso D’Alimonte: “La tentazione di cambiare in corsa la legge elettorale” (Sole 24 ore) e “Modificare la legge elettorale un autogol” (intervista al Messaggero).

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21 Giugno 2016
by Vittorio Sammarco
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LA POLITICA IN ITALIA. SENZA BUSSOLA

21 Giugno 2016

Per Ilvo Diamanti queste elezioni segnano una svolta: la perdita di contatto della politica con la storia e l’identità (“La fede politica che perde le radici”, Repubblica). Anche Ezio Mauro scrive de “La storia rottamata”. Biagio De Giovanni  è più cauto: “Se la narrazione di Palazzo Chigi convince meno” (Mattino). Claudio Cerasa sul Foglio analizza “La prima sconfitta di Renzi”. Sull’Unità “L’analisi del voto” di due renziani critici, E. Gualmini e S. Vassallo. Annota Roberto D’Alimonte: “Appendino votata dal centrodestra, Sala dalla sinistra” (Sole 24 ore). Giovanni Orsina su La Stampa spiega “La metamorfosi dei grillini”. Nella sua prima intervista Davide Casaleggio dice al Corriere della Sera: “Non mi candiderò mai”. Lina Palmerini sul Sole 24 ore mette in guardia: “Renzi, Grillo e il cambiamento. Rischi di uno slogan”. Anche Gian Antonio Stella avverte: “Il bagno di realtà che serve ai Cinque stelle” (Corsera). Alberto Leiss, sul Manifesto, non s’entusiasma per il voto e riflette sui “Populismi”. Per Barbara Spinelli è diverso: “Populisti? E’ gente che vuol decidere” (Il Fatto).

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