Al dibattito sul presidenzialismo si aggiungono le voci di Francesco Paolo Casavola, più critico di quanto non dica il titolo (“Presidenzialismo con troppi rischi”, Il Mattino), di Stefano Rodotà (“Uno strappo alla Carta”, Repubblica), in cui si sostiene che si tratterebbe della negazione della democrazia rappresentativa, di Danilo Barbi, segretario confederale Cgil (“Non c’è bisogno del presidenzialismo”, l’Unità), di Lorenza Carlassare, una dei 35, che sostiene che la riforma della forma di governo è totalmente inutile (“Carlassare pronta a lasciare ‘Se delegittimano la Carta’”, Il Fatto quotidiano”), di Rossana Rossanda, secondo la quale “dietro le “larghe intese”, il ridisegno costituzionale calpesta la democrazia” (“Perché cambiare la Costituzione?”, su sbilanciamoci.org), e di Francesco Clementi, anche lui uno dei 35, e favorevole invece a un rafforzamento dell’esecutivo, con l’elezione diretta del capo del governo o del presidente (“La sfida delle riforme”, Messaggero). Riportiamo anche due interventi fatti nel corso della Direzione nazionale del Pd del 4 giugno, entrambi critici su cambiare la forma di governo: quello di Giovanni Bachelet (“Not in my name”) e quello di Walter Tocci (“Cambiare il PD, non la Costituzione”), entrambi tratti dal loro blog.
8 Giugno 2013
by c3dem_admin
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