22 Giugno 2018
by Giampiero Forcesi
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SE “GLI ULTIMI” SI OPPONGONO AL SOLIDARISMO

22 Giugno 2018

Alcuni contributi sul Manifesto: Francesca Chiavacci (presidente Arci), “L’opposizione degli ultimi alla cultura del solidarismo” (Manifesto); Massimo Villone, giurista che per ora cerca la sinistra nel M5s: “Le proposte del M5S per uscire dall’angolo”; Luigi Pandolfi,Evasione fiscale, l’insostenibile proposta dii Salvini”; Patrizio Gonnella, sul giustizialismo del Governo: “Ci salvino i giudici e il ricordo di Re Cecconi”; Carlotta Sami, “Così l’Ue mette a rischio il diritto di chiedere asilo”. Altri contributi: Donatella Di Cesare, “La (discutibile) distinzione tra rifugiati e migranti” (Corriere della sera); Marco Minniti, “Ci siamo accorti tardi che la sicurezza era il problema dei problemi” (Secolo XIX). Emanuele Macaluso, “La sinistra è debole, ma anche i cattolici…” (Il Dubbio). Simone Oggionni (Art. 1-Mdp), “Opposizione, serve una sinistra unita, ma per farlo superiamo le vecchie sigle” (Il Dubbio). Vladimiro Zagrebelsky, “La politica delle provocazioni” (La Stampa). Giuliano Ferrara, “Gentiluomini garantisti, svegliatevi” (Foglio). Antonio Polito, “Il buonismo è finito, ma il cattivismo è davvero meglio?” (Corriere della sera). Romano Prodi, senza però un cenno ai rifugiati eritrei: “Etiopia-Eritrea, l’Italia giochi il suo ruolo” (Messaggero).

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9 Giugno 2018
by Giampiero Forcesi
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PER UNA LETTURA NON MORALISTICA DELLA SCONFITTA DELLA SINISTRA

9 Giugno 2018

Romano Prodi ha ribadito ieri a Bologna le sue idee sul nuovo governo e sulla difficoltà di un’opposizione efficace: “Un governo di destra basato su idee inconciliabili. Un’alternativa? Non la vedo” (Repubblica). Una lettura interessante, controcorrente, sulle ragioni della sconfitta della sinistra la offre oggi sul Manifesto Antonio Gibelli (in realtà non dissimile da quella di Prodi): “Questa sconfitta viene … non dal tradimento dei sacri principi ma dalla difficoltà di elaborare un pensiero e una prassi adeguata al mutamento radicale della storia…” (“Il nanismo della sinistra e il gigante populista”). In parte diversi, invece, i giudizi di Nadia Urbinati su Repubblica (“Se la sinistra dimentica il socialismo”), come anche quelli di Piero Bevilacqua (“L’equivoco Pd: un freno alla costituente della sinistra”) e di Massimo Villone (“Perché senza Renzi il Pd può aiutare la sinistra”) sul Manifesto. Sul Manifesto la meritata replica di Alessandro Dal Lago (“Le elites che Freccero non vede”) a un articolo di qualche giorno fa di Carlo Freccero (“La sinistra ridotta a pensiero unico delle elites”). Salvatore Settis, su Il Fatto, pubblica una “Lettera a Conte sulla Costituzione”.

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30 Maggio 2018
by Giampiero Forcesi
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L’IDEA DEL “FRONTE REPUBBLICANO” E L’AVVERTIMENTO DI PRODI

30 Maggio 2018

Nel Pd si parla di dar vita a un “Fronte repubblicano”. Tra i primi Carlo Calenda (“Il Pd crei il Fronte repubblicano”, intervista al Corriere della sera”). Ne scrivono Daniela Preziosi sul Manifesto (“Fronte repubblicano, primo sì della Boldrini”), David Allegranti sul Foglio (“Calenda, il Pd e la proposta del Fronte repubblicano”). Ma Romano Prodi, sul Messaggero, chiarisce un punto: non basta unire le forze attorno al fondamentale obiettivo di sostegno alla prospettiva europeista, serve anche “elaborare finalmente una nuova strategia volta al raggiungimento di una maggiore giustizia sociale” (“Senza di noi quest’Europa non può andare avanti”). Alessandro Di Matteo scrive che nel Pd si eleva un “Appello a Veltroni e Prodi” (Secolo XIX). C’è però che vi vede più probabile (e utile) che si formino due sinistre: Luca Ricolfi, “E’ meglio che Renzi si faccia il suo partito” (Italia Oggi).  Una nota del presidente della Cei, Gualtiero Bassetti: “Prima il bene comune” (Avvenire). Stefano Lepri su La Stampa riferisce gli avvertimenti di Banca d’Italia: “L’allarme di Visco”.

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16 Aprile 2018
by Giampiero Forcesi
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IN QUESTO PAESE SPAESATO

16 Aprile 2018

In  “Questo paese spaesato” (Ilvo Diamanti, Repubblica), Franco Monaco enumera “I misteri dolorosi del Pd” (Huffigton post); Sandra Zampa lamenta che “Non si doveva spostare l’assemblea dem” (intervista a Repubblica); Fabio Martini annota: “Con l’UE senza ambiguità. Il Pd punta sulle larghe intese” (La Stampa). Goffredo Bettini non dà scampo: “Il Pd ha fallito e va rifatto” (intervista a Il Fatto); Stefano Feltri racconta che Jeffrey Sachs la vede così: “Asse Pd-M5s per una nuova Europa” (Il Fatto); Marco Damilano racconta il fatto da cui tutto il caos nacque: “I 101 traditori di Prodi” (Repubblica); Ernesto Galli Della Loggia lamenta “Lo sterile silenzio della politica”; e Salvatore Vassallo spiega quale è adesso il “Percorso obbligato” (Quotidiano nazionale).

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18 Marzo 2018
by Giampiero Forcesi
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L’ITALIA. I CATTOLICI. L’EUROPA. MORO

18 Marzo 2018

L’intervista di Walter Veltroni l Corriere della sera: “La sinistra ritrovi se stessa. Torni dove c’è il popolo”. Massimo Adinolfi sul Mattino: “La sfida del Pd: vincere la crisi di rigetto”. Su i cattolici e il voto, dice Andrea Riccardi: “Sì, anche noi abbiamo perso” (Espresso). Susanna Turco: “E il cattolico si scopre in Movimento” (Espresso). Dario Di Vico analizza il Nord: “Non solo i dimenticati. Anche i vincenti della globalizzazione hanno scelto la Lega” (Corriere della sera). Il commento al voto degli amici milanesi de Il Sicomoro. Stefano Passigli sul Corriere: “Le coalizioni atipiche esistono anche in Europa”. Alesina e Giavazzi, sul Corriere, si appellano alla società civile: “L’Italia che fatica a farsi ascoltare”.  Emanuele Felice, su Repubblica, esorta il Pd a un cambio profondo: “Se la sinistra perde la sfida riformista”. Michele Ainis, “Che illusione la democrazia digitale!” (Repubblica). LEGGERE IL VOTO IN ITALIA IN OTTICA EUROPEA: Romano Prodi, “L’Italia conti di più in Europa o è destinata all’irrilevanza” (Messaggero); Sergio Fabbrini, “Le tre ‘transizioni’ che pesano sull’Italia” (Sole 24 ore); Enrico Letta, Pascal Lamy e altri: “Europa: è ora di scelte coraggiose” (Repubblica). E ANCORA ALDO MORO: Francesco Casavola, “Moro, la complessità dell’uomo oltre la politica”, e Sabino Cassese, “La sua lezione: ascoltare dialogare” (Mattino).

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25 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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IL MORALISMO IMMORALE

25 Febbraio 2018

Marco Damilano, sull’Espresso, racconta “L’ultima campagna dei partiti dimezzati” (e senza veri partiti, ricorda citando il costituzionalista Massimo Luciani, l’attuazione della Costituzione rimane sospesa). L’ultima dei 5 stelle la racconta Ilario Lombardo su la Stampa: “Di Maio, la tentazione di un governo a sinistra”. Ma Pietro Grasso appare perplesso: “Sostenere Di Maio? La vedo dura” (intervista al Corriere della sera). Paolo Gentiloni, intervistato da Repubblica, dice: “Voto utile contro il populismo o si ritorna al passato”. Sulla stessa lunghezza d’onda Sergio Fabbrini sul Sole 24 ore: “Sovranismi diversi ma stessi obiettivi”. Di Luciano Violante c’è una bella riflessione sull’uso della morale come strumento di lotta politica: “Il moralismo immorale che produce la paralisi” (Corriere della sera). Il Sole pubblica una nota sulle elezioni di mons. Bruno Forte (“La voce italiana nella casa comune europea”). Sul Messaggero Romano Prodi invita a dare priorità al recupero della produttività e dei salari (“Se il costo del lavoro divide l’Europa”). Da Giulio Santagata, di Insieme, una proposta: “Diamo la priorità all’abbattimento del cuneo fiscale” (Sole 24 ore). La Stampa pubblica uno stralcio di un discorso di Aldo Moro (“Il nostro dovere di schierarci”). Carlo Bastasin, sul Sole 24 ore, spiega “Perché la crisi Spd non è una questione solo tedesca”. tre contributi su elezioni e welfare: Tito Boeri, “Serve un piano serio per gli anziani” (intervista all’Avvenire); Emanuele Ranci Ortigosa, “2013-2018: una legislatura di rilancio e innovazione, ma molto resta ancora da fare” e Sergio Pasquinelli: “Elezioni 2018. Le politiche sociali fra bilanci e prospettive” (su Welforum.it).

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19 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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IL RITORNO DI PRODI. E DELLE “PARTI SOCIALI”

19 Febbraio 2018

Romano Prodi: “Il mio ritorno da pensionato dopo nove anni. Ho fatto quello che dovevo fare” (intervista al Corriere della Sera), e il suo appello: “Primo impegno del dopo voto è cambiare la legge elettorale” (Messaggero). Il commento di Alessandro Campi all’appello di Prodi: “Lo scettro perduto della sovranità elettorale” (Messaggero). G.A. Falci racconta: “I delusi dal Nazareno tra Bonino e prodiani” (Corriere della sera). Paolo Gentiloni sul Sole 24 Ore: “Guai a tornare indietro, guai a restare fermi”. Sergio Fabbrini commenta positivamente le proposte politico-economiche avanzate dalla Confindustria (e dalla Cisl) e si sofferma su tre nodi: Europa, mercato, democrazia (“Organizzazioni sociali a sostegno della politica”, Sole 24 ore). Sulle proposte della Confindustria Anna Maria Furlan, leader della Cisl, dice: “Molte affinità con la nostra visione” (Sole 24 ore). Lucrezia Reichlin, sul Corriere della sera, indica “La spirale negativa da evitare”, invitando a tutelare le fasce sociali che il progresso tecnologico inevitabilmente emargina. Il saggio ammonimento di Marc Lazar, su la Repubblica: “Cari partiti, ricordate i problemi seri”. Emanuele Felice spiega perché al Sud il Pd perde: “Se il Sud tradisce il Pd” (Repubblica). Su La Stampa Luigi Di Maio, intervistato, dice: “Avrò l’incarico di premier”. Sul Foglio, Andrea Minuz, “L’algoritmo Di Maio”.  Vincenzo Visco e Maria Cecilia Guerra replicano a Roberto Perotti sui costi del programma di Leu (Perotti: “Leu, 30 miliardi allo scoperto“; Visco e Guerra: “Non sogni con Leu, la crescita sarà realtà”; Perotti: “Un elenco smisurato di proposte senza cifre”, Repubblica). Giudizi sui programmi anche in Enrico Marro,Tante promesse, quali realizzabili?” (Corriere della sera) e Carlo Cottarelli, “Programmi vaghi e pieni di omissioni” (la Stampa). Maurizio Ferrera sui partiti e l’immigrazione: “La domanda più difficile per chi governa” (Corriere della sera). Il botta e risposta di Stefano Ceccanti con i giovani dell’associazione La Rosa bianca in un incontro elettorale a Pisa. Massimo Giannini vede nero: “La sinistra da salvare” (Repubblica). Vede rosa Lidia Menapace: “Un altro 4 dicembre è possibile” (Manifesto).

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9 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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Dove nasce l’appello di Prodi all’unità del centrosinistra

9 Febbraio 2018
di Nino Labate

 

Diversi editorialisti si sono soffermati sull’intervista con cui Romano Prodi ha chiarito la sua decisione di andare a votare “per l’affermazione del centrosinistra”. Un convincimento perentorio: “LeU non è per l’unità del centrosinistra. Punto!“. Prendendo le distanze dagli scissionisti, Romano Prodi con quelle poche parole ha fatto però capire qualcosa in più. Ha cioè dimostrato la sua perenne antipatia verso le scissioni, e la sua antica propensione per l’unità delle forze riformiste,

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5 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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“NOI, L’EUROPA E I DUE SCENARI DEL DOPOVOTO”

5 Febbraio 2018

Per Roberto Esposito, “Il primo passo per riunire la sinistra” è sottoscrivere un patto per l’Italia nella Unione europea (Repubblica). Andrea Bonanni teme uno scenario greco per l’Italia: vittoria sovranista alla Tsipras nelle elezioni di marzo e poi allineamento forzato all’Unione europea (“Noi, l’Europa e i due scenari del dopo voto”, Repubblica). Il costituzionalista Cesare Pinelli a proposito dei 5 Stelle: “Il M5S e il rifiuto della rappresentanza politica” (Il Mulino online). A proposito dei partiti (squattrinati) che chiedono contributi ai propri eletti, Mauro Calise scrive: “Se vince il populismo” (Mattino). L’analisi degli scenari economici mondiali di Romano Prodi: “Se la ripresa rallenta, istruzioni per l’uso” (Messaggero).

MACERATA E IL DIBATTITO POLITICO: Carlo Calenda, “Salvini è incostituzionale, ma chi ha paura va protetto” (intervista con Federico Fubini, Corriere della sera); Ezio Mauro, “Il fantasma dell’uomo bianco”, Repubblica). Ferdinando Camon, “Perché nasce e cresce la paura xenofoba” (La Stampa); Giovanni De Luna, “Il tricolore non appartiene ai razzisti” (La Stampa); Marzio Barbagli, “E’ alto il rischio di emulazione” (intervista su la Stampa).

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1 Febbraio 2018
by Giampiero Forcesi
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PRODI, IL CENTROSINISTRA E LEU

1 Febbraio 2018

La sortita di Romano Prodi (“Prodi stronca LeU: non siete unitari”) non convince Franco Monaco: “Caro Prodi, queste non sono coalizioni” (Il Fatto quotidiano). Giuseppe Turani: “Prodi ha gettato fuori strada LeU” (Italia Oggi). Un’interpretazione più sottile la offre Stefano Folli: “Così Prodi prepara il dopo voto” (Repubblica). Emanuele Macaluso: “Ecco perché Prodi ha ragione” (Il dubbio). Vasco Errani: “Capisco Prodi, ma il suo centrosinistra è scomparso da tempo” (intervista a Repubblica). Andrea Orlando: “Serviva più pluralismo, ma la scissione Pd non è la strada” (intervista a La Stampa). Emma Bonino:Spero che Romano scelga me. E punta a una lista di rifugio” (intervista al Corriere della Sera), e: “Bloccare la spesa pubblica per cinque anni, così il debito scenderà sotto il 110%” (intervista a Il Sole 24 ore). Parla del Trentino, ma con riferimenti all’intero Paese, Giorgio Tonini in un’intervista al Corriere del Trentino: “Siamo partiti bene, l’en plein è possibile”. Federica Fantozzi, sul Mattino, racconta: “Non solo giglio magico, nasce il think tank di Matteo” (con Stefano Ceccanti e altri). Ancora sul Mattino Massimo Adinolfi replica a un editoriale di Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere (“La politica e le colpe di un paese”): “Gli intellettuali che sparano nel mucchio” (Il Mattino).

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