18 Maggio 2013
by c3dem_admin
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Occorre un sindacato innovativo e unitario per rilanciare il lavoro

18 Maggio 2013
di Sandro Antoniazzi

 

L’autore intende aprire un dibattito sulla centralità del lavoro nella vita del Paese e sulla necessità di operare un cambiamento radicale nel nostro sistema economico. Per questo serve, però, un sindacato che prenda atto della fine dello sviluppo illimitato da cui far derivare i benefici per i lavoratori e che diventi un soggetto attivo e protagonista della nuova economia

 

Il lavoro è solo l’altra faccia dell’economia. Per questo, fare leggi sul lavoro come se il lavoro fosse un problema a sé stante, avulso dall’economia, non ha alcun senso, anzi costituisce un inganno e una perdita di tempo.

In questa categoria metterei i provvedimenti del ministro Fornero di cui è difficile comprendere la logica. Probabilmente l’idea originaria stava in uno scambio: i sindacati avrebbero dovuto accettare un’apertura sull’articolo 18, di contro gli imprenditori avrebbero consentito a limitare le molteplici forme contrattuali precarie.

Questo scambio non è andato in porto e a quel punto gli interventi sono diventati confusi e  inconcludenti. Inoltre, continuare a cambiare le norme senza un chiaro indirizzo non fa che aumentare la fatica  per adeguamenti formali e l’adozione di nuove procedure: cose che andrebbero francamente evitate.

Mi permetto di esprimere qualche perplessità anche su quella che mi sembra costituire l’idea cardine del sindacato in tema di lavoro precario:

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8 Maggio 2013
by c3dem_admin
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Il travaglio del PD e le scelte prioritarie da compiere

8 Maggio 2013
di Sandro Antoniazzi

 

Scrivendo  poco tempo fa sulla questione del bipolarismo, mettevo le mani avanti sul rischio di affrontare la situazione attuale in un’ottica e con un pensiero bipolaristi. Siamo in una situazione ben diversa e anche con l’auspicata riforma elettorale, difficilmente le cose si modificheranno sostanzialmente. Solo una riforma elettorale profonda in senso bipolare, potrebbe modificare questo stato di cose, ma allo stato sembra molto improbabile (per intenderci, non è sufficiente il ritorno al “mattarellum”).

Guido Formigoni entra nel merito dell’attuale governo di “larghe intese” ed espone criteri di garanzia e di contenimento: suggerimenti condivisibili e ragionevoli, ma la prospettiva in cui si pone è il breve periodo, l’emergenza. Mi chiedo se non sia ora di guardare con una prospettiva di più lungo periodo, perché questa situazione per così dire “tripartita” e anomala sembra assumere un carattere ben più duraturo.

E’ comprensibile che la base del partito reagisca con sgomento ad un governo con la destra – dopo anni di malefatte di Berlusconi –, ma forse è ora, purtroppo, di abbandonare logiche di purezza di linea,

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29 Marzo 2013
by c3dem_admin
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Bipolarismo con molti problemi

29 Marzo 2013
di Sandro Antoniazzi

 

L’autore, della associazione “Comunità e Lavoro”, interviene nel dibattito sul bipolarismo aperto sul sito da Guido Formigoni dopo una recente assemblea di cattolici democratici della rete c3dem 

 

La questione del bipolarismo si pone a diversi livelli, pressoché tutti problematici.

Il livello che di primo acchito appare più semplice è quello politico-ideale: se si ritiene sempre valida, come nel mio caso, la classica distinzione fra destra e sinistra, si può misurare da questa differenziazione il grado di coesione e di vicinanza delle forze politiche sulla scena.

Sembra semplice, ma meno di quanto appaia.

Innanzitutto un richiamo insistente sul bipolarismo significa negare di fatto l’esistenza stessa di una forza di centro.

Ora si può essere contrari politicamente, ma non si può negare per principio la sua esistenza (e questa purtroppo è stata una posizione presente anche nelle nostre file. L’esperienza di Monti è finita piuttosto male, però personalmente non condividevo e continuo a non condividere l’atteggiamento ostile preventivo).

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25 Marzo 2013
by c3dem_admin
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PER UNA SPIRITUALITA’ DEL LAVORO

25 Marzo 2013

Sabato 16 marzo si è svolto all’ Abbazia di Viboldone (Milano) un incontro promosso da “Comunità e Lavoro” sul tema della “Spiritualità del lavoro”. Sono state tenute due interessanti relazioni a cui rimandiamo: la prima, di fratel Luca Fallica, monaco benedettino del Monastero di Demenza, e la seconda di Sandro Antoniazzi, sindacalista storico della Cisl di Milano e membro deìi “Comunità e lavoro”.

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7 Dicembre 2012
by Vittorio Sammarco
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Cattolici democratici di Milano. Il significato di una proposta.

7 Dicembre 2012
di Giovanni Bianchi

Lo scorso 30 novembre si è tenuto a Milano, nel salone delle Acli, un incontro di “cattolici democratici milanesi”, in cui si è discusso un documento lungamente preparato “per un comune impegno politico culturale”. L’incontro è stato aperto da un‘introduzione di Sandro Antoniazzi. Giovanni Bianchi ha tenuto la relazione di base, che qui di seguito pubblichiamo integralmente. Fabio Pizzul ha proposto un sintetico schema sui temi dell’impegno politico in Lombardia.

Presentare l’iniziativa di un gruppo di cattolici democratici (che a lungo l’hanno preparata nelle catacombe milanesi) obbliga a legittimarla nella fase politica che stiamo attraversando, a situarla sul territorio, a rivendicarne l’utilità. La strada è quella che della politica cerca di recuperare l’autorevolezza e la credibilità piuttosto che le residue illusioni di primato e di potenza. Per l’italiano medio infatti, preso nella tenaglia del disincanto e del ribellismo, la politica, pur continuando ad apparirgli tradizionalmente una “cosa sporca”, si è trasformata in maniera ancora più pericolosa in un “cosa inutile”. Utile invece agli interessi di una casta che pur di perpetuarsi come ceto politico ha rinunciato ad essere classe dirigente.

Dunque, una politica chiamata a riscoprire le proprie ragioni e a ritornare tra la gente. Capace di ricominciare senza dimenticare la propria vocazione pedagogica. Vocazione che viene prima del suo articolarsi in visioni del mondo e correnti di pensiero. Una vocazione che non è andata smarrita nella tradizione del cattolicesimo democratico e nelle sue superstiti manifestazioni. Quelle manifestazioni che, benché residuali, consentono di pensare un futuro senza dimenticare gli ultimi disperati tentativi di ricominciare la storia del popolarismo in Italia.

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