1 Aprile 2015
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Landini, coalizione o agitazione sociale ?

1 Aprile 2015
di Sandro Antoniazzi

 

Se per un momento ci liberiamo dalla sovraesposizione e  quotidiana  visibilità mediatica del segretario della FIOM, Maurizio Landini, si può tentare di sviluppare una riflessione  pacata sul fenomeno, entrando un po’ nel merito di ciò che rappresenta.

Trattandosi di un sindacalista sembra opportuno partire dal suo campo proprio che è quello del lavoro. Qui i risultati della politica di Landini lasciano pochi dubbi, in senso decisamente negativo.

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16 Marzo 2015
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LANDINI, UNICA OPPOSIZIONE POSSIBILE?

16 Marzo 2015

Dice Luca Ricolfi, in un editoriale sul Sole 24 Ore, che l’Italia ha bisogno di un’opposizione di sinistra, perché “Renzi è già abbastanza di destra da lasciare ben poco spazio a un’opposizione dello stesso tipo”. E ancora: Tutta la destra che l’Italia può realisticamente concedersi sta già nell’agenda di Renzi”. Mentre il punto debole di Renzi “sono gli esclusi, gli outsider, le donne, i giovani” (“Di quale opposizione ha bisogno l’Italia”). Ilvo Diamanti analizza su Repubblica la “Coalizione sociale” messa in piedi dal leader della Fiom, Landini, ritenendo che diverrà presto una forza politica anche elettorale (“Una nuova sinistra extra-parlamentare”). Gianni Ferrara commenta sul Manifesto: “La coalizione necessaria”. Su Repubblica un articolo di Stefano Rodotà con un titolo lapidario: “Coalizione sociale“. Ma l’iniziativa di Landini incontra resistenze (Giuseppe Berta, “La mossa politica della Fiom ha radicalizzato il contrasto”, intervista al Messaggero; Mattia Feltri, “Moderati, arrabbiati di lotta o di governo: la carica degli antirenziani”, La Stampa). Sui nemici di Renzi scrive Claudio Cerasa sul Foglio (“Il nemico invisibile di Renzi”); Cerasa spiega anche che “La chiave del successo renziano è in una sola parola: contemporaneità”. Infine, sull’idea renziana di una nuova legge su partiti e sindacati scrivono Dario Di Vico (“L’urgenza è ripartire, non fare altre norme”, Corriere della Sera) e Stefano Ceccanti (“Forze sociali: il fai da te non basta”, intervista al Mattino).

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19 Febbraio 2015
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IL CAPITALE E IL LAVORO SECONDO FERRERO

19 Febbraio 2015

Il discorso di Giovanni Ferrero, figlio dell’industriale scomparso, durante il funerale ad Alba, con tutta la popolazione in piazza: “La sua fabbrica per l’uomo”, Sole 24 Ore. Il commento di Dario Di Vico sul Corriere della Sera: “Capitale e lavoro. Ricominciamo dal modello Alba”. Vedi anche un precedente articolo di Di Vico sul lavoro (“La dignità del lavoro autonomo”, Corriere).

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16 Febbraio 2015
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PRODI, PEZZOTTA, VIALE, RUSCONI, BERTA, DELLA ZUANNA

16 Febbraio 2015

Romano Prodi spiega che “Il Paese resta frenato dall’incapacità di decidere” (Messaggero). Savino Pezzotta sul Garantista: “Bravo Tsipras, e ora un piano Marshall per la Grecia”. Guido Viale affronta il tema dei respingimenti in mare, “Denaro e sterminio, l’orrore della normalità” (Manifesto). Gian Enrico Rusconi parla della “Merkel, leader europea alla prova” (La Stampa). Giuseppe Berta interviene sulla Cgil e la Fiom, “Il sindacato fermo al 900” (Il Mattino). Giampietro Della Zuanna consiglia: “Case chiuse, falsa soluzione. Seguiamo l’esempio svedese” (Corriere).

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16 Settembre 2014
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Non c’è riformismo senza equità

16 Settembre 2014
di Rodolfo Vialba

 

Verso il Convegno di c3dem del 29 novembre. Contributo di un sindacalista

Da vetero sindacalista quale sono, resto convinto che nessun disegno riformista o riformatore sia possibile o sia collocabile sotto questa definizione se al suo interno non entra prepotentemente il tema dell’equità.
Per questa ragione desidero richiamare due temi.
1. Sembra sia scomparso dall’agenda delle priorità del Governo e della politica il tema dell’evasione fiscale. L’economia italiana è indubbiamente condizionata e appesantita dalla crisi economica, ma anche, e forse soprattutto, da un tasso di illegalità che non ha pari nel mondo

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8 Luglio 2014
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Il valore “politico” del lavoro

8 Luglio 2014
di Sandro Antoniazzi

 

Pubblichiamo il testo di una relazione tenuta alcuni giorni fa dall’autore, già dirigente della Cisl milanese e responsabile dell’associazione “Comunità e lavoro”

 

Per quasi due secoli, dalla rivoluzione industriale in poi, il lavoro è stato al centro della storia politica, economica, sociale, almeno in Occidente. Da qualche decennio non è più così.

Il tema sta qui: nella domanda essenziale se il lavoro possa ancora costituire un riferimento fondamentale per la politica della sinistra e se rimanga una questione “centrale” per la vita economica e sociale.

Sembra evidente che la perdita di importanza del lavoro porti con sé delle rilevanti conseguenze negative: declino del sindacato, scomparsa di un legame lavoro-politica-partito, approcci al lavoro sempre più soggettivi e differenziati, crisi del lavoro come legame sociale e fattore di identità.

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9 Febbraio 2014
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Lo spirito del sindacalismo

9 Febbraio 2014

 

Intervista  a Sandro Antoniazzi, per trent’anni dirigente sindacale della Cisl, autore del libro fresco di stampa “Lo spirito del sindacalismo”, edito da Cittadella Editrice, pp. 112, euro 10. Oggi Antoniazzi è responsabile dell’associazione Comunità e Lavoro, aderente alla rete c3dem. L’intervista è uscita sul giornale della Cisl di Milano

 

Perché un libro sul sindacato? E perché  un titolo poco usuale che parla dello “spirito” del sindacalismo?

Sono in corso cambiamenti  profondi della economia e della società, che continueranno ancora per molto tempo. Il sindacato si trova al centro di queste trasformazioni e fa del proprio meglio per difendere i lavoratori. E’ evidente che in queste condizioni la sua azione è sostanzialmente difensiva; ma fino a quando questo potrà durare?  Personalmente penso che occorra una riflessione profonda del ruolo del sindacato; stanno probabilmente esaurendosi determinate funzioni  ed è necessario assumerne delle altre. Non è detto che il ruolo assunto dal sindacato negli ultimi 50 anni sia l’unico e sia quello più importante nella  nuova situazione.

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18 Maggio 2013
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Occorre un sindacato innovativo e unitario per rilanciare il lavoro

18 Maggio 2013
di Sandro Antoniazzi

 

L’autore intende aprire un dibattito sulla centralità del lavoro nella vita del Paese e sulla necessità di operare un cambiamento radicale nel nostro sistema economico. Per questo serve, però, un sindacato che prenda atto della fine dello sviluppo illimitato da cui far derivare i benefici per i lavoratori e che diventi un soggetto attivo e protagonista della nuova economia

 

Il lavoro è solo l’altra faccia dell’economia. Per questo, fare leggi sul lavoro come se il lavoro fosse un problema a sé stante, avulso dall’economia, non ha alcun senso, anzi costituisce un inganno e una perdita di tempo.

In questa categoria metterei i provvedimenti del ministro Fornero di cui è difficile comprendere la logica. Probabilmente l’idea originaria stava in uno scambio: i sindacati avrebbero dovuto accettare un’apertura sull’articolo 18, di contro gli imprenditori avrebbero consentito a limitare le molteplici forme contrattuali precarie.

Questo scambio non è andato in porto e a quel punto gli interventi sono diventati confusi e  inconcludenti. Inoltre, continuare a cambiare le norme senza un chiaro indirizzo non fa che aumentare la fatica  per adeguamenti formali e l’adozione di nuove procedure: cose che andrebbero francamente evitate.

Mi permetto di esprimere qualche perplessità anche su quella che mi sembra costituire l’idea cardine del sindacato in tema di lavoro precario:

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