Per ridurre le diseguaglianze serve prima lo sviluppo? O più equità e la riduzione delle diseguaglianze sono un fattore dello sviluppo? Abbiamo posto la domanda a Nicola Cacace, ingegnere, economista, esperto di previsioni strategiche, già presidente di NOMISMA, oggi editorialista dell’Unità
Le diseguaglianze sociali sono molto presenti in questa campagna elettorale dopo che il Pd ne ha fatto tema centrale del programma. Una misura drammatica del livello italiano di diseguaglianza è data dai dati Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie, metà della ricchezza privata, immobiliare e finanziaria, è nelle mani del 10% delle famiglie, mentre metà della popolazione più povera ne possiede appena il 10%. Sulla base di questi dati equità e sviluppo sono divenuti temi evocati anche dalle forze del centro e della destra, ma con delle differenze fondamentali. Mentre per la sinistra l’equità resta “componente essenziale e strutturale di un nuovo modello di sviluppo”, per le altre forze in campo l’equità è materia di “un secondo tempo”, come scrive il Sole 24 ore (14/1) in un articolo dal titolo significativo “Sviluppo a sostegno dell’equità” e dalle inequivocabili conclusioni: