“Un ‘cattolico sociale’ come padre Bergoglio ripropone l’essenza di una teologia indigesta sia alla cultura economica neo-liberale in cui tutti sarebbero manager di se stessi, sia ad un progressivismo che fatica ad accettare le istanze etiche della morale cattolica come parte integrante dell’idea di ‘bene comune’, sia ad un cattolicesimo imborghesito (nelle gerarchie episcopali molto più che alla base) che vorrebbe fare di Gesù Cristo un moralista benpensante”, così scrive tra l’altro Massimo Faggioli in un bell’articolo su Europa commentando il “vangelo delle periferie” annunciato da papa Francesco nell’omelia della messa crismale: un vero cambio di passo ecclesiologico (“Papa Francesco e la Pasqua delle periferie”).
29 Marzo 2013
by Vittorio Sammarco
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