“Con uno zelo tanto impareggiabile quanto prevedibile è cominciata nella Chiesa l’operazione-anestesia verso il cardinal Carlo Maria Martini, lo stesso trattamento ricevuto da credenti scomodi come Mazzolari, Milani, Balducci, Turoldo, depotenziati della loro carica profetica e presentati oggi quasi come innocui chierichetti”. Inizia così l’articolo pubblicato su “la Repubblica” del 9 settembre da Vito Mancuso (L’operazione anestesia sul cardinal Martini), che più avanti scrive: “È precisamente questo invito alla libertà della mente ad aver fatto di Martini una voce fuori dal coro nell’ordinato gregge dell’episcopato italiano e a inquietare ancora oggi il potere ecclesiastico”. Meno severo il giudizio di Gianfranco Brunelli, direttore de “il Regno” che, in un’intervista a Fabio Colagrande della Radio Vaticana, il 5 settembre, ha detto: “Intitolerò il mio editoriale ‘Carlo Maria Martini, un Padre della Chiesa’. Sono infatti convinto che Martini rappresenti un padre della Chiesa, come Girolamo, Ambrogio e Agostino. E’ stato una di quelle figure di riferimento che nella loro testimonianza, nel loro magistero, segnano una fase profonda della vita della Chiesa. Un segno che resta e va oltre la superficie degli avvenimenti e delle polemiche che hanno preceduto e seguito la sua morte”.